martedì 22 dicembre 2009

Le proposte per il conto energia 2011-2015

E' opinione diffusa fra gli addatti ai lavori, che il 2010 sarà l'anno del vero e proprio boom del fotovoltaico. Il motivo è da riscontrarsi nel calo dei prezzi di mercato abbinato a tariffe incentivanti ancora molto vantaggiose e che consentiranno ai nuovi utenti di garantirsi gli attuali standard da qui ai prossimi vent'anni!
Ma cosa succederà a partie dal 2011?

Le Associazioni impegnate nel settore delle rinnovabili si mobilitano per chiedere al governo una revisione condivisa del Conto Energia. Come previsto all’art. 6, comma 3 del DM 19 febbraio 2007, infatti, per gli impianti fotovoltaici che entreranno in esercizio negli anni successivi al 2010 dovranno essere ridefinite le tariffe incentivanti, tenendo conto dell’andamento dei prezzi dei prodotti energetici e dei componenti per gli impianti fotovoltaici. Allo scopo di dare un contributo al processo legislativo, Aper (Associazione produttori energia da fonti rinnovabili) e due associazioni che rappresentano il comparto del fotovoltaico – GIFI (aderente ad ANIE) e Assosolare – hanno presentato al ministero dello Sviluppo Economico e al ministero dell’Ambiente, una posizione comune e condivisa sulla revisione del Conto Energia.
“Le tre Associazioni – si legge in un comunicato - hanno voluto così avviare ed accelerare il processo di consultazione con i Ministeri preposti alla definizione del decreto interministeriale, auspicandosi che si giunga entro l’anno, come tra l’altro annunciato più volte dallo stesso Governo, alla sua pubblicazione. Ciò scongiurerebbe tutti gli ulteriori effetti negativi sul mercato, del crescente clima di incertezza che ha già caratterizzato il semestre in corso”.
Nel documento Anie-Gifi, Aper e Assosolare auspicano che vengano confermati i capisaldi del Conto Energia del 2007. Chiedono che per tutti gli impianti che possono ottenere le tariffe incentivanti per il periodo 2011-2015, sia fissato un obiettivo della potenza elettrica cumulativa non inferiore a 8.000 MW. Viene proposta una durata di 5 anni del futuro meccanismo di incentivazione (2011-2015), l'introduzione di nuovi scaglioni di potenza – kW (1-6, 6-20, 20-200, 200-1000, >1000), la semplificazione delle tipologie installative (mantenendo di fatto due tipologie: impianti su edificio, impianti a terra) e nuove tariffe per il 2011 dopo il periodo transitorio.
Proposta anche l'introduzione di bonus per l'integrazione architettonica (15% rispetto alla tariffa su edificio), per le aree compromesse (10% rispetto alla tariffa riconosciuta per gli impianti a terra), e per la sostituzione delle coperture in eternit/amianto (10% rispetto alla tariffa su edifici).
Secondo Anie-Gifi, Aper e Assosolare bisognerebbe prevedere, per l’anno 2011, un periodo transitorio di 6 mesi (gennaio-giugno), con decremento costante bimestrale della tariffa. Inoltre, la data di adeguamento della tariffa incentivante andrebbe fissata al 30 giugno di ogni anno, anziché il 31 dicembre, per evitare un congestionamento in un periodo sfavorevole a causa del meteo avverso e delle festività.

tratto da: Ecosportello Energia www.ecosportello.org

martedì 1 dicembre 2009

Ritirato dalla finanziaria l'emendamento sulle rinnovabili

Anche questa volta le associazioni di categoria ANEV, APER, ASSOSOLARE, FEDERPERN, FIPER, GREENPEACE ITALIA, ISES ITALIA, ITABIA, KYOTO CLUB e LEGAMBIENTE, attraverso un Documento Congiunto, sono riuscite a far eliminare dalla finanziaria l'emendamento sulle fonti rinnovabili.

rinnovabiliA quanto si apprende, l'emendamento di fonte governativa alla Finanziaria per il 2010, contenente drastici tagli all'incentivazione delle fonti rinnovabili, è stato ritirato, così come richiesto dalle Associazioni, attraverso un Documento Congiunto, sottoscritto in data 24 novembre 2009, nel quale esse manifestavano la loro preoccupazione verso un provvedimento che avrebbe ostacolato lo sviluppo delle rinnovabili.
L'emendamento in questione, che sarebbe stato presentato alla Camera nei prossimi giorni, prevedeva sia una forte riduzione dei coefficienti di incentivazione alle fonti rinnovabili non programmabili, a causa delle difficoltà di dotare gli impianti di una capacità di accumulo dell'energia, sia una drastica riduzione del valore del prezzo di riferimento del Certificato Verde, che sarebbe passato da un prezzo medio di mercato pari a circa 85,00 €/MWh a circa 40,00 €/MWh. Inoltre veniva attribuito a Terna l'insindacabile potere di stabilire la massima quantità di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile non programmabile che può essere connessa ed erogata.
Se la proposta di modifica al testo della Legge Finanziaria 2010 fosse stata accolta, il settore delle rinnovabili avrebbe subito un duro colpo, in quanto l'Italia avrebbe dovuto sostenere elevate penalità finanziarie per il mancato raggiungimento degli obiettivi vincolanti al 2020 (17% dei consumi finali di energia coperti da fonti rinnovabili) definiti in sede europea nel pacchetto Energia-Clima.
"Le conseguenze negative di un simile provvedimento" - ha sottolineato il presidente di ISES ITALIA, G.B. Zorzoli, nel rallegrarsi per la decisione di ritirare l'emendamento - "sarebbero state non solo di tipo energetico (maggiore dipendenza dall'import di idrocarburi) e ambientale, ma anche di natura economica (mancato sviluppo di un settore produttivo ad alto tasso di innovazione, quindi con ricadute oppositive in termini di occupazione qualificata) e finanziaria, viste le penalità da pagare per non avere ottemperato agli impegni già assunti. L'auspicio quindi - ha concluso Zorzoli - è che il Governo mantenga un atteggiamento coerente, in materia di strategia delle politiche energetiche nazionali, con quanto più volte dichiarato da mesi nelle varie sedi istituzionali, sostenendo con continuità e concretezza lo sviluppo dell'efficienza energetica e la promozione delle fonti rinnovabili, che rimangono gli strumenti fondamentali per il riequilibrio del mix energetico nazionale e la transizione a un'economia a bassa intensità di carbonio".

Fonte: www.alternativasostenibile.it